SOSTEGNO ALIMENTARE AI RAGAZZI DI STRADA DI ADDIS ABEBA durante la PANDEMIA COVID-19

In collaborazione con il Don Bosco Children Centre

 

1-Il problema dei ragazzi di stada in Etiopia. Dati statistici(Engl.).

In Ethiopia there are about 5.5 million Children and Youth in especially difficult circumstances, out of which only 1.8 % are getting meaningful services. These included orphaned, displaced, abandoned, working, sexually abused children, whereas street children are found in each of these categories.

In fact the most disadvantaged children find in the street the only place where to live and, in the worst cases, even the only place where to sleep.

Most of them have no access to primary goods, such as food and education: almost half of the children under 5 years are underfeed and every 1.000 children born, 109 die before 5 years of age.

Streetism in Ethiopia has developed since the ‘90’s and nowadays is incremented by the progressive rise of the urban population in the main cities of the country.

Street children are among the most physically “visible” of all children while they are living and working in the streets and public squares of cities. Yet, ironically, they are also among the most ‘invisible’ because it is difficult to reach them with vital statistics and services basic to their overall growth and development. Moreover, it is no longer a secret that most of the estimates are mainly based on broad definitions of ‘street children’ which include the different categories who work and return home and live between home and street as needed. However, it is more likely that their number is increasing as the global population and urbanization continue to grow rapidly.

In 2009, UNICEF estimated that there were between 150,000 and 200,000 street children nationwide, with a further 1,000,000 vulnerable or at-risk youth ending up in the streets.The 25% of them is obliged to live in the streets because they have no more contact with parents or relatives.

In Addis Ababa alone there are about 60.000 street children. The streetism affects this city in a particular way since it is undergoing a considerable exodus from the countryside.

Addis Ababa has an ever-growing population boost, as people migrate from the rural area in search of a better life. However, this dream does not become a reality for most of them. Many of these people find themselves living in an extreme poverty. They are often forced to become street beggars or daily labourers. Hence, the decline in the economic situation has weakened families’ capacity to support and sustain their children. Given this situation in a country like Ethiopia where there is no social security-fund system, the number of disadvantaged children, in general, and street children in particular, is escalating in an unimaginable manner, particularly in the capital city. Many parents are not able to fulfil the basic needs of their children. There are other factors like family disintegration and hostile home environments which force children to migrate to the street. Even worse is the situation of HIV/AIDS orphans who are left without protection and care. Many of these children are forced to take the street as the only survival option regardless of its negative consequences on their growth and development.

The causes of streetism are various and interacting. The main one is the children’s families’ poverty. Anyway, others causes can be found; for example, the family’s breakdown due to the death of one of the parents.

Such a situation obliges the children to stay all day in the street collecting little amount of money in order to satisfy theirs or their families’ needs. The worst cases are represented by those children without any contact with their parents or relatives, who have no other choice, but to live and sleep in the streets.

Street children often work as peddlers or clerks in the local markets.

The street life exposes children to experiences that make them persons at high risk of social exclusion. Often they are abused and sometimes they take drugs. Moreover, in order to make some money, they recur to little thefts or become members of criminal organisations.

In particular they lack life skills and protection in upholding their rights, as laid down by the United Nations Convention on the Rights of the Child (UNCRC). Drugs and alcohol abuse perpetuates the violence they face on a daily basis. Involvement in criminal activities related to influence of substance abuse is also common in most parts of the world. There are also some who use it as a means of survival on the street. This has therefore led a significant number of children to face the criminal justice systems and consequently to their admission into correctional institutions.

Among street children the rate of school drop-outs is very high since it affects about 84% of them. Moreover, 16% of street children have no access to basic education. This means that, in the long run, they will be marginalised in the society.

Since they cannot have access to educational and vocational training programs they will be also excluded from the labour market.

Deviant behaviours, psychological shocks as well as unemployment, may turn the street children into adults with no prospects about the future and unable to take care of their families. In such a way the problem of streetism will rise more and more.

 

2-I RAGAZZI DI STRADA DEL BOSCO CHILDREN CENTRE

di Addis Abeba, Etiopia

OBIETTIVO
Ridurre l’impatto della marginalizzazione e del rischio sui ragazzi di strada presi in cura nel Bosco Children Centre di Addis Abeba attraverso il loro reinserimento in famiglia e nella società e al raggiungimento dell’autonomia.
DESCRIZIONE ATTIVITA’

Il Bosco Children Centre - Centro Ragazzi di Strada Don Bosco di Addis Abeba è costituito da un Centro di Prima Accoglienza “Come and See” o di Orientamento, di 2 mesi, e da un grande Centro, Istitutional Care Program, dove 160 ragazzi e ragazze, interni ed esterni, completano la loro formazione accademica e professionale della durata di 3 anni fino a quando non sono pronti a vivere da soli. Altri duecento ragazzi vengono aiutati fuori dell’Istituto con borse di studio e lavoro artigianale a pagamento. Nel Centro, realizzato su un’aerea di 35 mila metri quadrati, con uffici, dormitori, aule, sala da pranzo, grande sala multi-uso (1200 posti a sedere) , campi sportivi e sei laboratori-officina dove i ragazzi hanno l’opportunità di imparare un mestiere e di prepararsi all’inserimento in società.

Fino ad alcuni mesi fa si incontravano i ragazzi di notte, sulla strada: il loro ambiente e dopo 12 incontri si reclutavano quelli che davano speranza di ‘cambiare vita’. Ora però il Governo ci ha proibito di utilizzare questa metodologia e così abbiamo escogitato un altro sistema: sono i ragazzi stessi che ci indicano i candidati per iniziare un cammino di recupero. Ogni mattina alle 06:30 un pulmino raccoglie una trentina di ragazzi dalla strada e li porta al Centro di Orientamento “Come and See”, sempre nel recinto di Bosco Children Centre. Appena arrivano fanno una bella colazione, una doccia e si lavano i vestiti .Prestiamo loro una tuta per la giornata e dovranno restituirla alla sera prima di ritornare sulla strada. Durante la giornata imparano a leggere e a scrivere, fanno piccoli lavoretti con il bambù e infilano perline. Mangiano e giocano con gli altri ragazzi del grande Centro e alla sera il pulmino li riporta sulla strada. Questo programma di Orientamento dura due mesi alla fine dei quali i ragazzi che hanno dimostrato la volontà di staccarsi dalle piccole droghe (colla, chat, ecc) e cambiar vita, vengono accolti nel grande Centro (Istitutional Care Program) e iniziano il programma di tre anni, durante i quali vanno a scuola o imparano un mestiere nei sei laboratori di officina meccanica, di carpenteria meccanica, falegnameria, lavorazione del cuoio, lavorazione del bambù, e scuola di cucina.Nel 2012 siamo partiti con il Corso Cuochi (Food Preparation). Attualmente 25 ragazzi e ragazze stanno esercitandosi in corsi brevi di Cucina di 7 mesi, alla fine dei quali trovano lavoro in alberghi e ristoranti, che qui in Addis abbondano.

Nel 2013, con l’aiuto di IVECO (TechPro2 Project) si è aggiunto il laboratorio di Motoristica.

Appena se la cavano nel loro mestiere noi li aiutiamo a trovare un lavoro in fabbrica dove possono guadagnarsi un po’ di denaro che viene depositato sul loro conto in Banca e sul quale possono fare affidamento quando escono dal Centro. Fin dai primi incontri con i ragazzi si cominciano a fare delle ricerche sulla loro famiglia e si programma il loro reinserimento. La famiglia rimane sempre l’ambiente migliore per la crescita di questi ragazzi, specialmente quando vi ritornano con un mestiere in mano.


3-QUALCHE NOTA PERSONALE

Sono Don Angelo Regazzo di Vigonza (PD), missionario da 60 anni. Nel 1960 a 17 anni partii per la Thailandia e Hong Kong dove feci i miei studi e vi rimasi 22 anni. Poi nel 1981 passai in Etiopia dove rimasi 15 anni e si iniziò a Makallè il Progetto Africa. Nel 1996 fui mandato in Eritrea a fondare una nuova presenza e vi rimasi 13 anni, In Eritrea misi in piedi la grande Scuola Tecnica di Dekemhare con 400 allievi. Fui sempre interessato a dare ACQUA che E’ VITA alla gente. In Eritrea riuscii a fare 42 pozzi. In questo fui anche aiutato e sostenuto da Enzo D’Amore e la sua Organizzazione Acqua e’ Vita. Aprii una nuova Presenza Salesiana ad Asmara per far studiare i giovani Salesiani Eritrei. Stavo per aprire una seconda Scuola Tecnica appena fuori ad Asmara, quando nel 2008 fui espulso assieme ad altri 22 missionari, perché “testimoni scomodi”! Beh, anche Cristo fu molto “scomodo” tanto che l’appesero in croce!

Feci così ritorno in Etiopia e fui incaricato dei Ragazzi di Strada che seguo fino ad oggi.

Qui al Bosco Children Centre abbiamo attualmente un centinaio di ragazzi di strada.

E’ un lavoro molto bello che però richiede una dedizione totale perché dobbiamo essere con questi ragazzi giorno e notte tutti i giorni. Non esistono “vacanze”, anzi i giorni di festa e di vacanza scolastica sono per noi doppiamente impegnativi perché dobbiamo “inventare” nuove attività per tenerli occupati. Siamo però sicuri che Dio ci benedice e che un giorno ci dirà: “Ero un ragazzo di strada e tu mi hai dato una mano a diventare un onesto cittadino. Entra!”

Naturalmente queste parole saranno rivolte pure a tutti quelli che, come VOI dell’Associazione “Acqua e’ Vita” ci sostengono.

ORA IL COVID-19 HA INTERROTTO QUESTO BEL LAVORO. Dacche’ il Governo ha chiuso tutte le Scuole e le Universita’ siamo trincerati in LOCKDOWN e aspettiamo che le cose cambino per ricominciare.

 

4-PANDENIA COVID-19. SITUAZIONE in ETIOPIA e al DON BOSCO CHILDREN

Tre mesi fa, quando tutto il mondo si premuniva contro il dilagare del COVID-19 anche l’Etiopia decise di prendere tutte le precauzioni possibili: chiuse subito scuole e universita’, proibi’ ogni sport di gruppo e qualche Regione, come il Tigray, chiuse i confini imponendo la quarantinaanche ai propri connazionali che venivano da fuori Regione. Anche noi, al Bosco Children, dovemmo chiudere la nostra Scuola Tecnica, lasciare a casa i maestri e gli studenti esterni. Ma cosa fare con il centinaio di interni che non avevano ancora terminato il processo di riabilitazione per essere reintegrati nelle loro famiglie? Ributtarli in strada? Li avremmo persi tutti. E cosi’ decidemmo un lockdown generale: salesiani, ragazzi, cuoche, operatori sociali, guardiani e qualche operaio, tra cui l’autista. Proibito uscire e quei pochissimi che potevano uscire e rientrare, tra cui l’autista, dovevano disinfettarsi e lavarsi accuratamente al cancello d’entrata. In questo modo fino ad oggi siamo riusciti a rimanere sani, ma non dobbiamo assolutamente abbassare la guardia. Il lockdown e’ stato organizzato in modo tale che i ragazzi fossero occupati 24 ore su 24: scuola, biblioteca, scuola di informatica, sport, lavoro manuale, proiezione di video educativi, competizioni di disegno, studio di nuove lingue e iniziative varie.

Intanto il virus, fuori dal nostro recinto aumenta la velocita’ di diffusione. A l’inizio del lockdown i numeri delle statistiche erano molto bassi e rimasero bassi per circa un mese: un centinaio di casi e solo 3 decessi in tutta l’Etiopia. Negli ultimi 20 giorni pero’, aumentando i tamponi (al presente ne vengono fatti da 5000 a 6000 al giorno) le statistiche cambiano decisamente in peggio ed evidenziano una accelerazione dei contagi e dei decessi.

Subito dall’inizio della pandemia le Autorita’ decisero di non attuare il lockdown nelle grandi citta’, specialmente la capitale, Addis Abeba, per prevenire che la gente morisse di fame. La stragrande popolazione di Addis infatti vive e fa commercio in strada. Ultimamente pero’ hanno dovuto isolare con un cordone di polizia parti della città dove sono stati scoperti focolai di contagio. Le Autorita’ comunque sono tuttora molto preoccupate perche’ c’e’ una grande irresponsabilita’ da parte della popolazione che non mantiene le distanze fisiche e non porta la mascherina.. La polizia ha cominciato ad arrestare e a dare multe salate a chi si comportava irresponsabilmente.

Noi di Bosco Children, sicuri nel nostro recinto, abbiamo sentito il bisogno di raggiungere le migliaia di ragazzi/e di strada che la Polizia Federale ha raccolto dalla strada e messo in tre grandi Centri di Assistenza. Con le offerte che arrivano da Amici e Benefattori abbiamo comperato quintali e quintali di cibo (maccheroni, farina, riso, teff, ecc.) e tanto materiale sanitario (sapone, alcol, guanti, dozzine di bidoncini d’acqua per lavarsi le mani, ecc). Le mascherine le produciamo noi con i nostri ragazzi nel nostro laboratorio di sartoria. Finora ne abbiamo fatte e distribuite circa 15 mila. Ogni due o tre giorni il nostro autista con il camioncino porta tale merce ai ragazzi di strada dei Centri di Assistenza e a tanti altri poveri bisognosi. Abbiamo pure soccorso i ragazzi e ragazze di strada della Prigione-Riformatorio (Juvenile Delinquency Prison) che a causa del COVID versano in condizioni di grande bisogno. Il nostro motto: SVUOTARE I MAGAZZINI AFFINCHE’ LA PROVVIDENZA LI POSSA RIEMPIRE NUOVAMENTE.

 

5-COSA FA IL DON BOSCO CHILDREN PER I RAGAZZI DI STRADA DURANTE LA PANDEMIA? QUANTI AIUTI ALIMENTARI CONSEGNAMO LORO OGNI GIORNO?

1-Per ognuno dei tre Centri di Assistenza allestiti dal Governo: 2 quintali di farina, 2 di riso e 1 quintale di maccheroni, 20 litri di olio di semi, 1 quintale di teff

2-Al Riformatorio-prigione (Juvenile Delinquency Prison) : 3 quintali di farina. 2 quintali di riso, 2 quintali di maccheroni piu’ materiale sanitario.

3-Al Centro di Assistenza della Chiesa Cattolica: diversi quintali alla spicciolata del cibo sopraelencato e lo stesso dicasi in piccole razioni a quelli che si presentano al cancello

4-Distribuzione di acqua potabile.

 

6-FINANZIAMENTO:Il progetto verrà finanziato attraverso una libera raccolta fondi tra soci e sostenitori della Associazione; potrà contare su un apporto iniziale di euro 2000 messi a disposizione da Vincenzo e Franca in memoria di Bruna Grasso ed Ugo Saccà.

 

-Coordinate Bancarie della Associazione “Acqua per la vita”:

IBAN:IT46C0306909606100000115184

-5X1000: codice Associazione Acqua per la vita onlus : 90037520047

 

Giugno 2020

Riceviamo e pubblichiamo i ringraziamenti di don Angelo per la nostra iniziativa solidale.

Addis Abeba, 19/06/20

Carissimi Enzo, Franca e Amici tutti dell'Associazione Acqua per la Vita,

Vivissimi ringraziamenti della vostra generosa offerta (v. dettagli sotto) che ho appena ricevuto per il SOSTEGNO ALIMENTARE ai Ragazzi di strada di Addis Abeba ,IN MEMORIA di Grasso Bruna e di Saccà Ugo, per i quali volentieri celebro Sante Messe. Tale contributo e' risultato veramente PROVVIDENZIALE perche' stiamo aiutando migliaia di persone bisognose che versano in condizioni pietose a causa del COVID-19. Con le offerte che ci arrivano, compresa ora la vostra, comperiamo materiale sanitario (alcohol, guanti, sapone, mascherine, ecc.) e cibo, TANTO CIBO (farina, riso, maccheroni, teff, ecc.), per evitare che la gente impossibilitata di esercitare il loro piccolo lavoro sulle strade, non abbia a soffrire la fame. Grazie pure al vostro aiuto e a quello di tanti altri Amici solidali con gli ULTIMI, riusciamo a raggiungere migliaia di ragazzi di strada che la Polizia Federale ha raccolto dalla strada e messo in recinti provvisori per evitare che diffondano il virus e che abbiano il minimo sostentamento e protezione dal virus che sulle strade sembra ormai viaggiare alla grande, perche' i tamponi fatti sono troppo pochi. Per ora i casi scoperti ed i decessi sono relativamente pochi, ma la proiezione sulla diffusione del virus in Africa e' terrificante: le Autorita’ parlano di centinaia di migliaia di POSSIBILI CONTAGI, se la gente non si allinea alle regole di sicurezza (lavaggio delle mani, disinfezione, mascherina e distanza fisica).

Noi, 5 Salesiani, i nostri ragazzi, circa un centinaio, una decina tra Operatori Sociali, cuoche, guardiani e un autista, siamo locked down da piu' di due mesi. Nessuno esce e quei pochi che entrano, come l'autista, devono disinfettarsi per bene. Finora siamo riusciti a tenere il contagio fuori dal recinto con norme di sicurezza ferree. Per la distribuzione del cibo e del materiale sanitario ci serviamo dell'autista che con il camioncino porta il materiale ai diversi centri di distribuzione.

Di nuovo GRAZIE DI CUORE da parte dei nostri Monelli Buoni e di tante altre persone che assistiamo grazie pure alla vostra solidarieta'.

Vi ricordo nelle mie preghiere con tanto affetto.

Don Angelo

  1. Dettagli del vostro bonifico:

19/06/20 Euro 2,000.00

Causale:Bonifico per ordine/conto

Descrizione:FILIALE DISPONENTE 00560 BON. SEPA 0306919133602712480160046260IT DEL 19.06.20 ORD: ASSOCIAZIONE ACQUA PER LA VITA O N L U S BIC: BCITITMMXXX IND:VIA PROVINCIALE 24 INF:RI: sostegno alimentare ai Ragazzi di strada di Addis Abeba in memoria di Grasso Bruna e Saccà Ugo- Associazione Acqua per la vita.