MARTA E MARIA – Asmara Agosto 2018

Quella che raccontiamo oggi è una storia molto triste. Per il lavoro che facciamo dovremmo essere abituati, in fondo facciamo progetti per aiutare gli ultimi.

Eppure ci sono storie che vanno oltre la miseria, la povertà, cui vorremmo dare una speranza, perseguendo la quale i protagonisti possano trovare in loro stessi la forza di lottare.

All'inizio di Agosto, in un villaggio limitrofo ad Asmara sono nate due belle bambine, Marta e Maria, una decina di giorni dopo il parto, la mamma ha tentato il suicidio, salvata appena in tempo da chi l’ha soccorsa e successivamente presa in carico dalle suore dellla congregazione del Buon Samaritano.

Non è nostro compito giudicare né indagare sulle motivazioni che spingono una madre con due bambine appena nate a compiere un gesto così estremo. Nostro compito è, per quanto è nelle nostre possibilità, aiutare una mamma senza risorse economiche, abbandonata dal marito, a crescere due bambine appena nate.

Nascere dovrebbe essere bello, chi viene al mondo dovrebbe trovare ad attenderlo il sorriso di chi lo ha generato, di chi, quand’era in grembo, lo ha amato.

Per Marta e Maria non è stato così, per loro la vita è iniziata dentro una notte buia, con l’alba ancora lontana.

Possiamo essere noi la loro alba? Il loro orizzonte?

Per rispondere a questa domanda le  suore della Congregazione del Buon Samaritano  si sono rivolte alla Associazione Mariam Fraternità - ONLUS che da sempre le sostiene e questa alle Associazioni “sorelle” come la nostra, per realizzare un progetto a sostegno di questa famiglia, che possa garantire il latte alle bambine per almeno 8 mesi ed un supporto economico alla mamma. Questa potrebbe essere per loro davvero una luce di speranza e di vita.

L' Associazione Acqua per la vita, si è impegnata immediatamente all'erogazione di 1000 euro per il programma di fornitura del latte ed ha adottato Marta, mentre Maria è stata invece adotatta da un nostro socio .

E' questa la solidarietà che ci piace: utile, immediata, portatrice di luce e speranza.

 

Aggiornamento - Asmara 9 marzo 2019

Siamo alla fine della nostra missione, ma abbiamo voluto dedicare un' intera mattinata all' incontro con le suore del Buon Samaritano presso la casa famiglia di Maitemenai ad Asmara.
L' incontro con suor Pina Tulino, le sue consorelle e molti dei bimbi da noi adottati con le loro mamme è stato molto toccante: un vero bagno di umanità!
In particolare abbiamo incontrato Marta e Maria, le gemelline che abbiamo adottato a distanza, con la loro mamma.
E’ sorprendente vedere come stanno crescendo, sono in fase di svezzamento, ma ancora assumono un supplento di latte materno ed artificiale oltre a multivitaminici.
La mamma è in buona salute fisica e grazie al supporto sociale, psichico ed economico ricevuto sembra aver superato la grave depressione intervenuta dopo il parto.
Le abbiamo confermato la nostra disponibilita a sostenere lei e le bimbe nel futuro perche possa contare su un aiuto non estemporaneo, ma strutturale.
Abbiamo conosciuto anche gli altri bimbi adottati dai nostri soci insieme alle loro mamme confermando il nostro impegno per gli anni a venire.
Lasciamo suor Pina, le consorelle e i bimbi con un nodo alla gola; alcuni ritornano al pomeriggio per trascorrre con i bimbi adottati a distanza ancora qualche ora.
Dopo le tante emozioni di questo viaggio chiudiamo la missione con la bellezza di questo incontro e con la commozione per lo splendido impegno delle religiose a favore di una umanità che è meno dolente, grazie alla loro presenza.

 


Suor Pina e le Suore del Buon Samaritano
(22 ottobre 2015- scritto da Mariam Fraternità)


Sono più di 40 anni che Suor Pina Tulino vive ad Asmara, ed il suo lavoro è la testimonianza della sua vita. Molti sono i semi della sua opera che hanno dato frutti. Uno di questi è sicuramente quello di aver dato vita alla Congregazione delle Suore del Buon Samaritano nata nel 1989 per rispondere ulteriormente alle esigenze dei poveri dell’Eritrea. Ora le suore, dopo 26 anni, sono ben 35 e tutte sono coinvolte nel lavoro della missione, Il loro carisma è aiutare i poveri più poveri offrendo loro assistenza sociale e spirituale. La loro formazione è tesa a garantire la dignità umana ai poveri partecipando a progetti che mirino ad inserirli, per quanto ciò sia possibile, in percorsi lavorativi che li renda autonomi da qualsiasi aiuto. Le suore sono dislocate nelle varie attività presenti ad Asmara e dintorni: 5 suore sono ad Himberti, 5 a Maiedaga, 3 a Maitemenai, 4 nella Casa degli Angeli (casa-famiglia dove vi sono bambini serio positivi), 2 nella Casa degli aspiranti, 3 a Kidane Mehret, 3 a Gheza Beranu, 7 nel noviziato di Betania House, 3 a Zezerat (Bietel House).Una volta al mese si riuniscono per un incontro spirituale comunitario. Le loro giornate sono molto piene, iniziano di mattina presto con un incontro di preghiera, poi ogni suora affronta la giornata svolgendo il rispettivo compito che spesso corrisponde a mandare avanti intere case-famiglie in genere composte da mamme intente ad accudire i figli, da ragazze da inserire nel contesto socio-culturale-economico della città o del villaggio in cui si vive, bambini da mandare a scuola e da accudire per tutta la giornata,magari controllando se abbiano fatto o meno i compitini assegnati loro per il giorno dopo. La loro giornata finisce generalmente con l’ascolto della Santa Messa e con ulteriore momento di preghiera insieme a tutti gli abitanti delle rispettive case-famiglia. Nei momenti in cui non hanno grandi impegni nelle rispettive case, le suore escono per le strade di Asmara o dei villaggi per fare visita ai poveri, per portare loro conforto. Sono loro che ci fanno conoscere i bisogni di un intero popolo, le loro necessità. Tutte le 35 suore sono eritree, parlano il tigrino, conoscono l’inglese. Le Suore della Congregazione del Buon Samaritano fanno parte del popolo eritreo, sono parte integrante di esso. Forse sarebbe stato più facile costruire mattone dopo mattone una comunità religiosa fatta di suore che avessero scelto di essere missionarie in un Paese lontano dal loro Paese di origine, sarebbe stato più facile perché si sarebbe avuto un carisma condiviso con una formazione spirituale di matrice esclusivamente occidentale, si è scelta la strada più difficile, quella che nel tempo, si spera, darà i migliori frutti. Forse è questa la forza della quercia: sapersi radicare con tutta se stessa nella terra che occupa, essere la terra, lavorare e crescere all’unisono con essa e per essa.

 

(In copertina, la fotografia di Marta e Maria con la mamma)